Il fattore quantitativo nelle trasformazioni che si osservano durante il processo psicoanalitico
Stavroula Beratis

Sin dal Progetto di una Psicologia, Freud sviluppò l’idea di un Apparato Psichico associato alle trasformazioni quantitative e qualitative dell’energia. Con la revisione della teoria delle pulsioni e il nuovo quadro dell’organizzazione psichica, l’Io, il Super Io e l’Es diventano le tre aree della psiche responsabili del suo funzionamento sia latente che manifesto. Il fattore energetico quantitativo rimane però importante perché è associato alle trasformazioni energetiche del funzionamento di queste aree. La centralità dell’oggetto nelle trasformazioni dell’energia e nel promuovere la funzione regolatrice dell’Io viene menzionata da Freud già all’epoca dei Tre saggi sulla teoria sessuale.
Successivamente nei suoi scritti l’oggetto contribuisce alla formazione dell’Io, nel processo di identificazione, attraverso le modifiche dell’energia investita. In Psicoanalisi, il rapporto con l’oggetto trova la sua massima espressione nel transfert, il principale strumento trasformativo del lavoro analitico. Freud paragona l’analista al fermento catalitico delle reazioni chimiche, che mobilita e al tempo stesso lega l’eccitazione. La funzione di holding dell’analista, il contenimento, la seduzione ottimale nel rapporto analista/analizzando e il fatto che l’analista sappia tollerare e interpretare i derivati della pulsione primitiva legati all’oggetto e alle rappresentazioni del Sé sono concetti che dimostrano l’importanza dell’analista/oggetto nel promuovere la capacità di rappresentazione dell’Io. Il fattore quantitativo mantiene intatta la sua importanza nel processo psicoanalitico. Come forza mobilitante, contribuisce alla necessaria destabilizzazione, ma anche alla riorganizzazione, sotto una migliore regolazione, dell’Io.