L’incesto ieri e oggi: dal conflitto all’ambiguità,
Simona Argentieri Bondi

Questo lavoro affronta il tema dell’incesto dal punto di vista della teoria e della clinica psicoanalitica, senza trascurare le diverse teorie biologiche e socio-antropologiche.
Distinguendo l’incesto dall’abuso e le fantasie incestuose dall’incesto realmente agito, l’Autrice analizza, al di là del piano fenomenico, sia i livelli consci e inconsci che conducono un individuo a praticare l’incesto, sia il danno che l’incesto infligge al processo di sviluppo. L’effetto traumatico intacca l’organizzazione della struttura psichica di chi lo subisce, disarticolando le tappe maturative dell’edipo e le relative vicissitudini delle pulsioni, nonché i ruoli reali dei componenti del nucleo famigliare.
L’A. rivisita criticamente il tema dell’incesto alla luce dei “due grandi avanzamenti della psicoanalisi del dopo Freud“: l’esplorazione dei livelli precoci dello psichismo, cosiddetti pre-edipici; e le conoscenze sul ‘femminile’, sulle donne, acquisite precipuamente – anche se non solo – dalle donne psicoanaliste. A tal fine, si sofferma sulle differenze tra i modelli teorici psicoanalitici, sempre sottolineando la complessità della questione relativamente all’incesto e alla relazione tra livelli pre-edipici ed edipici.
Il punto essenziale, ed anche il più difficile, secondo l’Autrice, consiste proprio nel non ancorare il pensiero (ed il paziente) ad un solo livello dello sviluppo, cercando, invece, di considerare come anche i funzionamenti ed i meccanismi difensivi più arcaici siano comunque passati attraverso il crocevia edipico, deformandolo e essendo a loro volta trasformati. Il problema, dunque, è da un lato quello di discriminare nella teoria e nella clinica la trama confusiva tra vari livelli di sviluppo e dall’altro di integrare dentro di sé e nei rapporti le varie aree del funzionamento psichico, profondamente scisso e disorganizzato dall’agire incestuoso.
L’Autrice segnala come uno degli aspetti piu devastanti consista nella conseguente mancata distinzione intrapsichica ed interpersonale degli aspetti teneri e sensoriali da quelli pulsionali ed erotici.
Nell’ultima parte del lavoro – a partire dall’osservazione del mutamento socio-culturale (che vede ‘saltate’ le ‘differenze’ tra grande e piccolo, maschile e femminile, l’indebolimento e la progressiva perdita di valore dell’identità di genere e dell’individuazione) – focalizza la sua attenzione sulla mutazione delle difese: dal registro della rimozione e della repressione, a quello della scissione e del diniego; e ancor più, al confine ambiguo con la cosiddetta normalità, con le organizzazioni difensive primitive della non integrazione e dell’ambiguità: condizione nella quale il persistere delle difese preedipiche ipoteca pesantemente l’edipo. In tale contesto, di generale tendenza difensiva regressiva, verso l’indifferenza e l’indifferenziato – in cui il nodo edipico sembra essere allentato, se non eluso – l’Autrice si chiede se possa accadere che anche l’incesto susciti meno angoscia, meno colpa, meno orrore, ma non meno danno.