Deliri, costruzioni e verità, Adolfo Pazzagli

Deliri e narrazioni hanno caratteristiche comunicative assai diverse; il delirio, allorché riferito, si pone al di fuori di una comunicazione condivisa, di un campo interattivo; è una verità assoluta, satura che può solo essare creduta o rifiutata ma che non può essere modificata.
Sulla base di osservazioni cliniche viene prospettata la possibilità che il trattamento psicoanalitico possa trasformare, almeno in parte, il delirio in un racconto che si narra in una situazione interattiva; in quanto ciò divenga possibile, esso acquista un inizio, uno svolgimento, una fine, si modifica con la ripetizione, assume quindi carattere di temporalità e di compresenza di realtà e fantasie. Tutto ciò a differenza del delirio, nel quale, seguendo Freud, vi è un nucleo di verità storica che però emerge quasi immodificato da un passato che tende a ripresentarsi le con caratteristiche atemporali del processo primario e che quindi si situa al di fuori della realtà e del rapporto fra questa e le fantasie.