Freud e l’ombra del Super-Io
Jean-Luc Donnet
L’analisi del suo Disturbo della memoria sull’Acropoli (1936) conduce Freud a formulare un aforisma enigmatico: “È come se l’essenziale del successo consistesse nel fare più strada del padre, e che fosse tuttora proibito voler superare il padre”. Per Freud, quindi, una rivalità identificatoria primaria con il padre salda indissolubilmente il desiderio di successo a ciò che ne fa necessariamente una trasgressione. È il nucleo del Super-io-Ideale che renderebbe perenne questa fissazione a dispetto dell’evolutività dei modelli identificatori post-edipici e degli spostamenti simbolici che qualificano tale successo.
L’Autore tenta di dimostrare come la differenziazione Io-Super-io, sostenendo un lavoro indefinito di soggettivazione, permetta all’ombra del Super-Io di non ricadere sull’Io, senza che l’Io pretenda di “saltare sulla sua ombra”. “Ciò che hai ereditato dai padri, riconquistalo, se vuoi possederlo davvero”. Se l’ombra dell’eredità freudiana può non ricadere sui suoi eredi, è perché l’essenza di ciò che egli ci ha trasmesso resta la regola fondamentale, quella dalla quale tutto è cominciato.