In difesa del controverso concetto di identificazione primaria,
Friedrich-Wilhelm Eickhoff

L’articolo si basa sulle osservazioni non sistematiche di Freud sull’importanza dell’identificazione primaria. Si va dalla “prima e originale forma di legame emotivo”, alla “più significativa identificazione dell’individuo” con il “padre della preistoria personale” fino all’annotazione del 12 luglio 1938 sull'”avere e l’essere l’oggetto”. Fenichel e Gaddini hanno sottolineato la vicinanza all’imitazione, Ferenczi alla mimica, Anna Freud, Freeman, Cameron e McGhie così come Kristeva e Loch al carattere restitutivo nella patologia grave. Si ringraziano Sandler e Sandler, Amati Mehler e Ogden per il collegamento tra l’identificazione primaria e la percezione sensoriale.
Il richiamo di Loch alla comparabilità dell’Io ideale e del soggetto trascendentale di Kant richiede un ulteriore chiarimento. I neuroni specchio forniscono un correlato neurobiologico dell’identificazione primaria, come delineato da Freud nel lavoro sul motto di spirito anticipato dalla mimesi, un concetto di Benjamin e Adorno integrato dalle idee psicoanalitiche sull’ identificazione primaria. Alcuni aspetti di tre vignette dimostrano la rilevanza clinica dell’identificazione primaria. L’autore evidenzia la diversità rispetto all’identificazione proiettiva. L’identificazione primaria e il concetto della monade di Grunberger invece sono comparabili e compatibili.