Indice, icona, simbolo? Può la classificazione di Peirce essere utile in psicoanalisi?
Riccardo Steiner

L’Autore si propone di descrivere e di spiegare da un punto di vista clinico e teorico l’esistenza di uno stadio intermedio tra quello che i kleiniani chiamano equazione simbolica, e la simbolizzazione vera e propria. A sostegno di quest’ipotesi di partenza, propone alcune vignette cliniche emblematiche per ciò che riguarda l’oscillazione tra desimbolizzazione assoluta o quasi rappresentata dall’equazione simbolica nei disturbi psicotici e simbolizzazione. Sostenendo che tutte le sindromi borderline potrebbero essere viste in questo modo, l’Autore sottolinea la necessità di interpretare al paziente quest’oscillazione, per non incorrere in una confusiva generalizzazione.
Dopo aver proposto una disamina teorica riguardo alla nascita della nozione di equazione simbolica, attraverso gli spunti – per quanto poco numerosi e limitati al primo anno di vita – nel pensiero kleiniano, l’Autore individua come strumento prezioso per la riflessione la teoria della simbolizzazione del filosofo e semiotico americano W. Pierce, ed in particolare l’uso della nozione di Pierce di tripartizione semiotica, come fu intesa e sviluppata dal grande linguista e teorico della comunicazione R. Jakobson. Si sottolinea la particolare importanza della nozione di iconicità che l’Autore tenta anche di collegare a talune osservazioni di Bion. La parte conclusiva del saggio riguarda la proposta di rileggere, sulla base degli insegnamenti semiotici, la funzione alfa di Bion come una sorta di funzione semiotica – potenzialmente attiva sin dalla nascita – che aiuterebbe l’infante ad organizzare gradualmente tutti i vari segni e segnali della comunicazione pre e non verbale (percettiva, acustica, olfattiva etc).