L’effetto retroattivo della trasmissione del trauma della Shoah nell’infanzia
Yolanda Gampel
Se siamo d’accordo con il fatto di essere figli dei nostri tempi, allora possiamo guardare al nostro tempo come a un riflesso della crudeltà della nostra era e, inoltre, potremmo anche aspettarci che questa evidenza impressa verrà riflessa depositando le sue esperienze radioattive in noi stessi. Occasionalmente, gli effetti di questi residui sono espressi nelle generazioni future.
Gli esempi evocati hanno permesso di chiarire il particolare processo tramite il quale si è andato costituendo il sé dei figli dei sopravvissuti della Shoah : un processo in relazione al quale il lutto che i genitori non hanno potuto fare per la ferita scavata in loro dalla Shoah e che i figli si assumono al posto loro.
Il figlio può anche diventare portavoce della sofferenza dei genitori: un modo inconscio di tentare di salvarli dalla loro chiusura attraverso il suo legame edipico e la sua relazione amore-odio con loro.
Che cosa ci aspetta nel prossimo secolo per ciò che riguarda le concettualizzazioni che descrivono lo stato della mente quando essa si frammenta in mille pezzi, grazie agli effetti della violenza sociale? La Psicoanalisi può fare qualcosa di più che curare le ferite? Possiamo prevenire qualcosa?