L’incesto e la negazione dell’alterità.
Discussione del testo di Simona Argentieri: “L’incesto ieri e oggi: dal conflitto all’ambiguità”.
Juan Eduardo Tesone

L’incesto, atto ignominioso ed abietto per eccellenza, indubbiamente forma la parte del lato più oscura dell’essere umano. Al di là dell’orrore e persino della fascinazione ipnotica che puo produrre la trasgressione del tabù più antico dell’umanità, come pensare l’impensabile?
Questo lavoro tratta non solo dell’incesto di tipo Levy-Straussiano, ma anche di un secondo genere di incesto descritto da Francoise Heritier.
L’Autore afferma che l’incesto non s’inscrive nella continuazione lineare del complesso di Edipo. Al contrario, nell’ambito della grave configurazione psicopatologica della famiglia incestuosa, si produce un attacco massiccio alla triangolazione edipica cancellando i vertici che designano i posti descritti per le funzioni di padre, madre, figlio/a.
Contrariamente all’edipo che collega il desiderio alla legge simbolica, permettendo l’emergenza dell’alterità, l’incesto cancella i confini fra membri della famiglia e introduce confusione tra essi. Confusione di ruoli (non si sa più chi è il padre, la madre, il figlio, la figlia) e quindi confusione tra i sessi e le generazioni. Eros si pone al servizio di Tanatos e provoca un’effrazione traumatica nella vita psichica del bambino oggetto di incesto, generando uno stato di congelamento destrutturante e quindi annichilente della vita psichica. La relazione sessuale incestuosa si congela in un certo tipo di autoerotismo oggettuale: il corpo del bambino è vissuto da parte del padre incestuoso come parte del suo proprio corpo nell’ambito di un atteggiamento narcisistico onnipotente.
Il bambino si aspetta affetto e tenerezza da parte dei suoi genitori e la confusione si instaura quando il padre e la madre rispondono con il linguaggio dell’erotismo imponendo un’apparente banalizzazione, quasi con uno stile di comunicazione che talvolta dura anni, in cui tutta la famiglia, allo stesso tempo, sa ma denega.
La proibizione dell’incesto non è fondata su precetti morali. La sua esistenza è universale e comprende tutte le culture. È garante della costituzione psichica dell’essere umano e regola le leggi dello scambio sociale. L’autore si chiede se l’orrore dell’atto incestuoso si debba unicamente alla trasgressione della proibizione dell’incesto o se non includa simultaneamente la trasgressione del tabù narcisistico che moltiplica il suo effetto devastante.