L’Ipocondria come patologia dell’interpretazione. Notazioni tecniche, Simona Argentieri Bondi

In epoca post-freudiana, la maggior parte degli autori, pur facendo riferimento a modelli psicoanalitici diversi, sottolineano le parentele patogenetiche dell’ipocondria con le altre affezioni dell’area mente-corpo (conversione isterica, malattie psicosomatiche).
Le mie considerazioni vanno invece nell’ordine delle differenze, poiché mi sembra che la specificità dell’ipocondria sia quella di essere un disturbo del pensiero. Talora le ansie ipocondriache prendono origine da sensazioni e percezioni; ma talora senza alcun pretesto sensoriale si organizzano in complesse ‘teorie’ sul corpo e il suo funzionamento in salute e malattia. Sempre, a partire dalle fantasie inconsce, il quadro psicopatologico si configura nella costruzione conscia – ma soprattutto preconscia – dei significati.
Penso che tener conto di tali livelli possa esserci di aiuto sia per la comprensione dell’ipocondria, sia per il nostro approccio clinico, orientando le interpretazioni non tanto in ordine ai contenuti – che sono poi inesorabilmente sempre gli stessi – quanto in ordine alle forme di pensiero che li veicolano.