Sensazioni fisiche dello psicoanalista come accesso a una nuova immagine fisica del paziente
Ursula Volz
Il lavoro tratta della relazione tra sensazioni psicomotorie e linguaggio. Le esperienze fisiche dell’analista (immobilità all’inizio della prima seduta, sensazione di un vortice nella testa in una fase regressiva e un momento di disorganizzazione) vengono incluse nella materia da analizzare. Nasce così nel rapporto psicoanalitico un ulteriore spazio di risonanza in cui l’esperienza psicomotoria conduce a un reciproco contatto affettivo, a immagini, parole e significati sviluppati empaticamente. La denominazione verbale di esperienze fisiche e di immagini sviluppate costruttivamente prepara la costruzione di nuove rappresentazioni di corpo, oggetto empatico e realtà esterna.
Accogliendo e accettando tale funzione psicoanalitica e la nuova esperienza a essa collegata, il paziente, qui presentato, prova sulla sua pelle una sensazione mai provata prima. Questo porta a una nuova rappresentazione del suo sé corporeo, che è separato da quello materno. Così egli scioglie un legame patogeno con la persistente fantasia dell’unione col corpo materno, comprese le sue emorragie. Quindi si sente un intero con corpo e anima. Grazie a questa nuova rappresentazione, egli può mettere sullo stesso piano simbolico l’esperienza con l’analista nello spazio analitico e l’esperienza nel rapporto con l’oggetto primario. Trasforma la richiesta di un vero abbraccio nell’esperienza di un “abbraccio interiore”. Dalla comunicazione pre-simbolica si arriva gradualmente alla comunicazione simbolica. Grazie a tale nuova struttura psichica si risolve la sintomatologia dei dolori gastrici e del “dongiovannismo”. Dal linguaggio dei fatti, dei sintomi e del corpo (emorragie, forzata promiscuità) si arriva al linguaggio delle parole.